Negli Stati Uniti il vino italiano tiene bene anche in
un 2008 difficile a livello mondiale: -6,5% in volume
e +1% in valore
Il vino italiano negli Stati Uniti ha retto bene all’urto di un 2008 difficile a livello mondiale, senza
riportare troppi danni, con un calo in quantità sul 2007 del -6,5% e un aumento in valore dell’1%. A
dirlo le proiezioni dell’Italian Wine e Food Istitute. Il Belpaese, inoltre, ha mantenuto la sua posizione
di leader sul mercato a stelle e strisce, con il 29,1% del totale delle importazioni americane.
Le difficoltà che hanno maggiormente caratterizzato il 2008, secondo il presidente dell’Italian Wine &
Food Istitute, Lucio Caputo, oltre alla crisi internazionale, sono state “il notevole apprezzamento
dell’euro, che ha danneggiato e reso meno competitive le esportazioni specie nella prima parte
dell’anno, e la modestissima attività promozionale che viene fatta a supporto delle esportazioni vinicole
italiane. Attività che spesso si disperde in una serie di iniziative inutili quando non controproducenti”.
Tuttavia l’Italia ha superato meglio di molti suoi competitors l’anno appena trascorso: l’Australia, con il
24,3% delle importazioni Usa, ha perso il 5,5% in quantità e il 13,7% in valore, la Francia (12,4% del
mercato americano) ha registrato un -12,9% in volume, a fronte di un +6,5% in valore.
Calici italiani in alto anche per brindare all’aumento del prezzo medio all’origine: il vino tricolore è
passato da 4,88 dollari al litro del 2007 a 5,27. Bene anche la Francia (da 8,41 a 10,19 dollari) e
l’Argentina (da 1,89 a 2,20), mentre scendono i prezzi di australiani (da 3,53 a 3,23 dollari) e cileni (da
3,14 a 2,91). Nel complesso, sulle tavole degli americani, nel 2008, sono arrivati 7.359.178 ettolitri di
vino da oltre frontiera, per una spesa di 3.577.625.000 milioni di dollari, (-2,2% in volume e +0,7% in
valore sul 2007).